- APOCALISSE -
- RIVELAZIONE DI GESÙ CRISTO -
Rivelazione di Gesù Cristo che Dio
gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto
accadere, e
che Egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo
Giovanni.
Questi attesta la parola di Dio
e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto.
Beato chi legge e beati coloro
che ascoltano le parole di questa profezia e
mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il
tempo è vicino.
Giovanni alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi
e pace da Colui che è, che era e che viene,
dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, [e
da Gesù Cristo, il testimone fedele,
il primogenito dei morti e il principe dei re della
terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati
con il suo sangue,
che ha fatto di noi un regno di
sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli
dei secoli. Amen.
Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;
anche quelli che lo trafissero
e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui
il petto .
Sì, Amen!
IO SONO L'ALFA E L'OMEGA, DICE IL
SIGNORE DIO,
Colui che è, che era e che viene,
L'ONNIPOTENTE!
Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella
tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù,
mi trovavo nell'isola chiamata Patmos a causa della
parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù.
Rapito in estasi, nel giorno del
Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva:
Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle
sette Chiese:
a Efeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a
Filadèlfia e a Laodicèa.
Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi
parlava, vidi sette candelabri d'oro e
in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di
uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al
petto con una fascia d'oro .
I capelli della testa erano
candidi, simili a lana candida, come neve.
Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, i
piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel
crogiuolo.
La voce era simile al fragore di grandi acque .
Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva
una spada affilata a doppio taglio e
il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta
la sua forza.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto.
Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non
temere!
Io sono il Primo e l'Ultimo e il
Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e
ho potere sopra la morte e sopra gli inferi.Scrivi
dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che accadranno
dopo.
Questo è il senso recondito delle
sette stelle che hai visto nella mia destra e dei sette candelabri d'oro,
eccolo:
le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese e le
sette lampade sono le sette Chiese.
All'angelo della Chiesa di Efeso scrivi: Così parla Colui
che tiene le sette stelle nella sua destra e
cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro:
Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza,
per cui non puoi sopportare i cattivi; li hai messi alla
prova -
quelli che si dicono apostoli e non lo sono - e li hai
trovati bugiardi.
Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome,
senza stancarti.
Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo amore
di prima.
Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le
opere di prima.
Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo
candelabro dal suo posto.
Tuttavia hai questo di buono, che detesti le opere dei
Nicolaìti, che anch'io detesto.
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo
Spirito dice alle Chiese:
Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che
sta nel paradiso di Dio.
All'angelo della Chiesa di Smirne scrivi:
Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è
tornato alla vita:
Conosco la tua tribolazione, la tua povertà - tuttavia
sei ricco -
e la calunnia da parte di quelli che si proclamano
Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana.
Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo
sta per gettare alcuni di voi in carcere,
per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per
dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo
Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda
morte.
All'angelo della Chiesa di Pèrgamo
scrivi:
Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli:
So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu
tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato
la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio
fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di satana.
Ma ho da rimproverarti alcune cose: hai presso di te
seguaci della dottrina di Balaàm,
il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei
figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e
ad abbandonarsi alla fornicazione. Così
pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaìti.
[16] Ravvediti dunque; altrimenti
verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia
bocca.
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle
Chiese:
Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza
bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo,
che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve.
All'angelo della Chiesa di Tiàtira scrivi:
Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi
fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente .
Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e
la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime.
Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle, la
donna che si spaccia per profetessa e
insegna e seduce i miei servi inducendoli a darsi alla
fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli.
Io le ho dato tempo per
ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere dalla sua dissolutezza.
Ebbene, io getterò lei in un
letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande
tribolazione,
se non si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato.
Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno
che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini,
e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere.
A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dottrina,
che non avete conosciuto le profondità di satana - come le chiamano -
non imporrò altri pesi; ma quello che
possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno.
Al vincitore che persevera sino
alla fine nelle mie opere,
darò autorità sopra le nazioni;
le pascolerà con bastone di
ferro
e le frantumerà come vasi di terracotta ,
con la stessa autorità che a me fu
data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino.
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle
Chiese.
All'angelo della Chiesa di Sardi scrivi: Così parla Colui
che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle:
Conosco le tue opere; ti si crede vivo e invece sei
morto.
Svegliati e rinvigorisci ciò che rimane e sta per
morire, perché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio.
Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e
ravvediti, perché se non sarai vigilante,
verrò come un ladro senza che tu sappia in quale ora io
verrò da te. [4]
Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato
le loro vesti; essi mi scorteranno in vesti bianche,
perché ne sono degni. Il
vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti,
non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo
riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli.
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle
Chiese.
All'angelo della Chiesa di
Filadelfia scrivi:
Così parla il Santo, il Verace,
Colui che ha la chiave di Davide:
quando egli apre nessuno chiude, e quando
chiude nessuno apre .
Conosco le tue opere. Ho aperto davanti a te una porta
che nessuno può chiudere.
Per quanto tu abbia poca forza, pure hai osservato la mia
parola e non hai rinnegato il mio nome.
Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di
satana - di quelli che si dicono Giudei,
ma mentiscono perché non lo sono -: li farò venire perché
si prostrino ai tuoi piedi e sappiano che io ti ho amato.
Poiché hai osservato con
costanza la mia parola, anch'io ti preserverò nell'ora della tentazione
che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla
prova gli abitanti della terra.
Verrò presto. Tieni saldo quello
che hai, perché nessuno ti tolga la corona.
Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio
Dio e non ne uscirà mai più.
Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della
città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo,
da presso il mio Dio, insieme con il mio nome
nuovo. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito
dice alle Chiese.
All'angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi:
Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il
Principio della creazione di Dio:
Conosco le tue opere: tu non sei
né freddo né caldo.
Magari tu fossi freddo o caldo! [16] Ma
poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti
dalla mia bocca.
Tu dici: "Sono ricco, mi sono
arricchito; non ho bisogno di nulla",
ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un
povero, cieco e nudo.
Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco
per diventare ricco,
vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa
tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista.
Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo.
Mostrati dunque zelante e ravvediti. [20] Ecco, sto
alla porta e busso.
Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io
verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.
Il vincitore lo farò sedere presso
di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre
mio sul suo trono.
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo
Spirito dice alle Chiese.
Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel
cielo.
La voce che prima avevo udito parlarmi come una tromba
diceva:
Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in
seguito.
Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c'era un trono nel
cielo, e sul trono uno stava seduto.
Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro
e cornalina.
Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono.
Attorno al trono, poi, c'erano ventiquattro seggi e sui
seggi stavano seduti ventiquattro vegliardi avvolti in candide
vesti con corone d'oro sul capo. Dal
trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti
al trono,
simbolo dei sette spiriti di Dio. Davanti
al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo.
In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro
esseri viventi pieni d'occhi davanti e di dietro.
Il primo vivente era
simile a un leone, il secondo essere vivente aveva
l'aspetto di un vitello,
il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo,
il quarto vivente era simile a un'aquila mentre vola.
[8] I quattro esseri viventi hanno ciascuno
sei ali , intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e
notte non cessano di ripetere:
Santo, santo, santo
il Signore Dio, l'Onnipotente ,
Colui che era, che è e che viene!
E ogni volta che questi esseri viventi rendevano gloria,
onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive
nei secoli dei secoli,
i ventiquattro vegliardi si prostravano davanti a Colui
che siede sul trono e
adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli e
gettavano le loro corone davanti al trono, dicendo:
"Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,
di ricevere la gloria, l'onore e la potenza,
perché tu hai creato tutte le cose,
e per la tua volontà furono create e sussistono".
E vidi nella mano destra di Colui
che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo,
scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato
con sette sigilli.
Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce:
"Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i
sigilli?".
Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era
in grado di aprire il libro e di leggerlo.
Io piangevo molto perché non si
trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo.
Uno dei vegliardi mi disse: "Non
piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di
Davide,
e aprirà il libro e i suoi sette sigilli".
Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro
esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato.
Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette
spiriti di Dio mandati su tutta la terra.
E l'Agnello giunse e prese il
libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono.
[8] E quando l'ebbe preso, i quattro
esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti
all'Agnello,
avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi,
che sono le preghiere dei santi. [9] Cantavano un canto
nuovo:
"Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di
sacerdoti e regneranno sopra la terra".
Durante la visione poi intesi voci di molti angeli
intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi.
Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di
migliaia e dicevano a gran voce:
"L'Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e
ricchezza,
sapienza e forza, onore, gloria e benedizione".
Tutte le creature del cielo e
della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii
che dicevano:
"A Colui che siede sul trono e all'Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli".
E i quattro esseri viventi dicevano: "Amen". E i
vegliardi si prostrarono in adorazione.
Quando l'Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi
e udii il primo dei quattro esseri viventi
che gridava come con voce di tuono: "Vieni". Ed ecco mi
apparve un cavallo bianco e
colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una
corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora.
Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo
essere vivente che gridava:
"Vieni". Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco.
A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la
pace dalla terra perché
si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande
spada.
Quando l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo
essere vivente che gridava:
"Vieni". Ed ecco, mi apparve un cavallo nero e colui che
lo cavalcava aveva una bilancia in mano.
E udii gridare una voce in mezzo ai quattro esseri
viventi:
"Una misura di grano per un danaro e tre misure d'orzo
per un danaro! Olio e vino non siano sprecati".
Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del
quarto essere vivente che diceva:
"Vieni". Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro
Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva
dietro l'Inferno.
Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per
sterminare con la spada,
con la fame, con la peste e con le fiere della terra.
Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto
l'altare le anime di coloro che
furono immolati a causa della parola di Dio e della
testimonianza che gli avevano resa. [10] E gridarono a
gran voce:
"Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e verace, non
farai giustiziae
non vendicherai il nostro sangue sopra gli abitanti
della terra?".
Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e
fu detto loro di pazientare ancora un poco,
finché fosse completo il numero dei loro compagni di
servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro.
Quando l'Agnello aprì il sesto
sigillo, vidi che vi fu un violento terremoto.
Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna
diventò tutta simile al sangue,
] le stelle del cielo si abbatterono
sopra la terra, come quando un fico, sbattuto dalla bufera, lascia cadere
i fichi immaturi.
Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e
tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto.
Allora i re della terra e i grandi, i capitani, i ricchi
e i potenti, e infine ogni uomo,
schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra
le rupi dei monti;
e dicevano ai monti e alle
rupi: Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui
che siede
sul trono e dall'ira dell'Agnello, perché
è venuto il gran giorno della loro ira, e chi vi può resistere?
Dopo ciò, vidi quattro angeli che stavano ai quattro
angoli della terra ,
e trattenevano i quattro venti, perché non soffiassero
sulla terra, né sul mare, né su alcuna pianta.
Vidi poi un altro angelo che
saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente.
E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato
concesso il potere di devastare la terra e il mare:
"Non devastate né la terra, né il
mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo
del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi".
Poi udii il numero di coloro che
furon segnati con il sigillo:
centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli
d'Israele:
dalla tribù di Giuda dodicimila;
dalla tribù di Ruben dodicimila;
dalla tribù di Gad dodicimila;
dalla tribù di Aser dodicimila;
dalla tribù di Nèftali dodicimila;
dalla tribù di Manàsse dodicimila;
dalla tribù di Simeone dodicimila;
dalla tribù di Levi dodicimila;
dalla tribù di Issacar dodicimila;
dalla tribù di Zàbulon dodicimila;
dalla tribù di Giuseppe dodicimila;
dalla tribù di Beniamino dodicimila.
Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno
poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua.
Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti
all'Agnello, avvolti in vesti candide,
e portavano palme nelle mani. E
gridavano a gran voce:
"La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e
all'Agnello".
Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i
vegliardi e i quattro esseri viventi,
si inchinarono profondamente con la faccia davanti al
trono e adorarono Dio dicendo:
"Amen! Lode, gloria, sapienza,
azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei
secoli. Amen".
Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse:
"Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde
vengono?".
Gli risposi: "Signore mio, tu lo sai". E lui:
"Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande
tribolazione e
hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue
dell'Agnello.
Per questo stanno davanti al
trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e
COLUI CHE SIEDE SUL TRONO
stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame,
né avranno più sete,
né li colpirà il sole,
né arsura di sorta ,
perché l'Agnello che sta in mezzo
al trono
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi".
Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece
silenzio in cielo per circa mezz'ora.
Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date
sette trombe.
Le preghiere dei santi affrettano la venuta del grande
giorno
Poi venne un altro angelo e si fermò all'altare, reggendo
un incensiere d'oro.
Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme
con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull'altare d'oro,
posto davanti al trono. E dalla mano dell'angelo il fumo
degli aromi salì davanti a Dio,
insieme con le preghiere dei santi. [5] Poi
l'angelo prese l'incensiere,
lo riempì del fuoco preso dall'altare e lo gettò sulla
terra: ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di
terremoto.
I sette angeli che avevano le
sette trombe si accinsero a suonarle.
Appena il primo suonò la tromba, grandine e fuoco
mescolati a sangue scrosciarono sulla terra.
Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò
bruciato e ogni erba verde si seccò.
Il secondo angelo suonò la tromba:
come una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare.
Un terzo del mare divenne sangue, [9] un
terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò
distrutto.
Il terzo angelo suonò la tromba e
cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia,
e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque.
La stella si chiama Assenzio; un
terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono per quelle
acque,
perché erano divenute amare.
Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un
terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò:
il giorno perse un terzo della sua luce e la notte
ugualmente.
Vidi poi e udii un'aquila che volava nell'alto del cielo
e gridava a gran voce:
"Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono
degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!".
Il quinto angelo suonò la tromba e
vidi un astro caduto dal cielo sulla terra.
Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso; [2]
egli aprì il pozzo dell'Abisso e
salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande
fornace, che oscurò il sole e l'atmosfera.
Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra
e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra.
E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né
alberi,
ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio
sulla fronte.
Però non fu concesso loro di
ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il tormento è
come il tormento dello scorpione quando punge un uomo. [6]
In quei giorni gli uomini cercheranno la morte,
ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li
fuggirà.
Queste cavallette avevano
l'aspetto di cavalli pronti per la guerra.
Sulla testa avevano corone che sembravano d'oro e il
loro aspetto era come quello degli uomini.
Avevano capelli, come capelli di
donne, ma i loro denti erano come quelli dei leoni.
Avevano il ventre simile a corazze
di ferro e il rombo delle
loro ali come rombo di carri trainati da molti cavalli
lanciati all'assalto.
Avevano code come gli scorpioni, e aculei. Nelle loro
code il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi.
Il loro re era l'angelo
dell'Abisso, che in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore.
Il primo "guai" è passato.
Rimangono ancora due "guai" dopo queste cose.
Il sesto angelo suonò la tromba.
Allora udii una voce dai lati dell'altare d'oro che si trova dinanzi a Dio
E diceva al sesto angelo che aveva
la tromba:
"Sciogli i quattro angeli incatenati sul gran fiume
Eufràte".
Furono sciolti i quattro angeli
pronti per l'ora, il giorno, il mese e l'anno per sterminare un terzo
dell'umanità.
Il numero delle truppe di cavalleria era duecento
milioni; ne intesi il numero.
Così mi apparvero i cavalli e i cavalieri: questi avevano
corazze di fuoco, di giacinto, di zolfo.
Le teste dei cavalli erano come le teste dei leoni e
dalla loro bocca usciva fuoco, fumo e zolfo.
Da questo triplice flagello, dal
fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalla loro bocca, fu ucciso un
terzo dell'umanità.
La potenza dei cavalli infatti sta nella loro bocca e
nelle loro code; le loro code sono simili a serpenti,
hanno teste e con esse nuociono.
Il resto dell'umanità che non perì a causa di questi
flagelli, non rinunziò alle opere delle sue mani;
non cessò di prestar culto ai demòni e agli idoli
d'oro, d'argento, di bronzo, di pietra e di legno,
che non possono né vedere, né udire, né camminare ;
non rinunziò nemmeno agli omicidi,
né alle stregonerie, né alla fornicazione, né alle ruberie.
Vidi poi un altro angelo, possente, discendere dal cielo,
avvolto in una nube,
la fronte cinta di un arcobaleno; aveva la faccia come
il sole e le gambe come colonne di fuoco.
Nella mano teneva un piccolo
libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla
terra,
gridò a gran voce come leone che ruggisce. E quando ebbe
gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce.
Dopochè i sette tuoni ebbero
fatto udire la loro voce, io ero pronto a scrivere quando udii una voce
dal cielo che mi disse:
"Metti sotto sigillo quello che hanno detto i sette tuoni
e non scriverlo".
Allora l'angelo che avevo visto
con un piede sul mare e
un piede sulla terra, alzò la destra verso il cielo
e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli
;
che ha creato cielo, terra, mare, e quanto è in essi:
"Non vi sarà più indugio! [7]
Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua
voce e suonerà la tromba,
allora si compirà il mistero di Dio come egli ha
annunziato ai suoi servi, i profeti".
Poi la voce che avevo udito dal
cielo mi parlò di nuovo: "Và,
prendi il libro aperto dalla mano dell'angelo che sta
ritto sul mare e sulla terra".
Allora mi avvicinai all'angelo e
lo pregai di darmi il piccolo libro.
Ed egli mi disse: "Prendilo e divoralo; ti riempirà di
amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele".
Presi quel piccolo libro dalla
mano dell'angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele,
ma come l'ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta
l'amarezza. Allora mi fu detto:
"Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni e re".
Poi mi fu data una canna simile a una
verga e mi fu detto:
"Alzati e misura il santuario di Dio e l'altare e il
numero di quelli che vi stanno adorando.
Ma l'atrio che è fuori del santuario, lascialo da parte
e non lo misurare,
perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali
calpesteranno la città santa per quarantadue mesi.
Ma farò in modo che i miei due
Testimoni, vestiti di sacco,
compiano la loro missione di profeti per
milleduecentosessanta giorni".
Questi sono i due olivi e le due lampade che stanno
davanti al Signore della terra.
Se qualcuno pensasse di far loro del male, uscirà dalla
loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici.
Così deve perire chiunque pensi di far loro del male.
Essi hanno il potere di chiudere
il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico.
Essi hanno anche potere di cambiar l'acqua in sangue e di
colpire la terra con ogni sorta di flagelli tutte le volte che lo
vorranno.
E quando poi avranno compiuto la loro testimonianza,
la bestia che sale dall'Abisso farà guerra contro di
loro, li vincerà e li ucciderà.
I loro cadaveri rimarranno esposti
sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed
Egitto,
dove appunto il loro Signore fu crocifisso.
Uomini di ogni popolo, tribù,
lingua e nazione vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e
non permetteranno che i loro cadaveri vengano deposti in
un sepolcro.
Gli abitanti della terra faranno
festa su di loro, si rallegreranno e si scambieranno doni,
perché questi due profeti erano il tormento degli
abitanti della terra.
Ma dopo tre giorni e mezzo, un soffio di vita procedente
da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi,
con grande terrore di quelli che stavano a guardarli.
Allora udirono un grido possente dal cielo: "Salite
quassù" e salirono al cielo in una nube sotto gli sguardi dei loro nemici.
In quello stesso momento ci fu un grande terremoto che
fece crollare un decimo della città:
perirono in quel terremoto settemila persone; i
superstiti presi da terrore davano gloria al Dio del cielo.
Così passò il secondo "guai"; ed ecco viene subito il
terzo "guai".
Il settimo angelo suonò la tromba
e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano:
"Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo
Cristo: EGLI regnerà nei secoli dei secoli".
[16] Allora i ventiquattro vegliardi
seduti sui loro troni al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a terra e
adorarono Dio dicendo:
"Noi ti rendiamo grazie,
Signore Dio onnipotente,
che sei e che eri,
perché hai messo mano alla tua grande potenza,
e hai instaurato il tuo regno.
Le genti ne fremettero,
ma è giunta l'ora della tua ira,
il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai
tuoi servi, ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome,
piccoli e grandi, e di annientare coloro che distruggono
la terra".
Allora si aprì il santuario di Dio
nel cielo e apparve nel santuario l'arca dell'alleanza.
Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e
una tempesta di grandine.
Nel cielo apparve poi un segno
grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul
suo capo
una corona di dodici stelle. Era
incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago
rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; [
la sua coda trascinava giù un
terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
Il drago si pose davanti alla donna che stava per
partorire per divorare il bambino appena nato.
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare
tutte le nazioni con scettro di ferro ,
e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo
trono. La donna invece fuggì nel deserto,
ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse
nutrita per milleduecentosessanta giorni.
Scoppiò quindi una guerra nel
cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago.
Il drago combatteva insieme con i suoi angeli,ma
non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo.
Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo
il diavolo e satana e che seduce tutta la terra,
fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati
anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo
che diceva:
"Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
poiché è stato precipitato
l'accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio
giorno e notte.
Ma essi lo hanno vinto
per mezzo del sangue dell'Agnello
e grazie alla testimonianza del loro martirio;
poiché hanno disprezzato la vita
fino a morire.
Esultate, dunque, o cieli,
e voi che abitate in essi.
Ma guai a voi, terra e mare,
perché il diavolo è precipitato sopra di voi
pieno di grande furore,
sapendo che gli resta poco tempo".
Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si
avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio.
Ma furono date alla donna le due
ali della grande aquila, per volare nel deserto verso
il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un
tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente.
Allora il serpente vomitò dalla
sua bocca come un fiume d'acqua dietro
alla donna, per farla travolgere dalle sue acque.
Ma la terra venne in soccorso alla donna,
aprendo una voragine e inghiottendo il fiume che il drago
aveva vomitato dalla propria bocca.
Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a
far guerra contro il resto della sua discendenza,
contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono
in possesso della testimonianza di Gesù.
E si fermò sulla spiaggia del mare.
Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e
sette teste,
sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo
blasfemo. La bestia che io vidi era simile a una pantera,
con le zampe come quelle di un orso e la bocca come
quella di un leone.
Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua
potestà grande.
Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua
piaga mortale fu guarita.
Allora la terra intera presa d'ammirazione, andò dietro
alla bestia e
gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il
potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo:
"Chi è simile alla bestia e chi può combattere con
essa?".
Alla bestia fu data una bocca per proferire parole
d'orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi.
Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio,
per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti
quelli che abitano in cielo.
Le fu permesso di far guerra contro i santi e di
vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione.
L'adorarono tutti gli abitanti
della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione
del mondo nel libro della vita dell'Agnello
immolato.
Chi ha orecchi, ascolti:
Colui che deve andare in prigionia ,
andrà in prigionia;
colui che deve essere ucciso di spada
di spada sia ucciso.
In questo sta la costanza e la fede dei santi.
Vidi poi salire dalla terra
un'altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che
però parlava come un drago.
Essa esercita tutto il potere
della prima bestia in sua presenza e
costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima
bestia, la cui ferita mortale era guarita.
Operava grandi prodigi, fino a
fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini.
Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di
compiere in presenza della bestia,
sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere
una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta.
Le fu anche concesso di animare
la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e
potesse far mettere a morte tutti coloro che non
adorassero la statua della bestia.
Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri,
liberi e schiavi ricevessero un
marchio sulla mano destra e sulla fronte;
e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale
marchio,
cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.
Qui sta la sapienza.
Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa
rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.
Poi guardai ed ecco l'Agnello ritto sul monte Sion e
insieme centoquarantaquattromila persone che
recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del
Padre suo.
Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di
grandi acque e come un rimbombo di forte tuono.
La voce che udii era come quella di suonatori di arpa che
si accompagnano nel canto con le loro arpe.
Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e
davanti ai quattro esseri viventi e ai vegliardi.
E nessuno poteva comprendere quel cantico se non i
centoquarantaquattromila, i redenti della terra.
Questi non si sono contaminati con donne, sono infatti
vergini e seguono l'Agnello dovunque va.
Essi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per
Dio e per l'Agnello.
Non fu trovata menzogna sulla loro bocca; sono senza
macchia.
[6] Poi vidi un altro angelo che
volando in mezzo al cielo recava un vangelo eterno da annunziare
agli abitanti della terra e ad ogni nazione, razza,
lingua e popolo. Egli gridava a gran voce:
"Temete Dio e dategli gloria,
perché è giunta l'ora del suo giudizio.
Adorate colui che ha fatto
il cielo e la terra,
il mare e le sorgenti delle acque".
Un secondo angelo lo seguì
gridando:
"E' caduta, è caduta Babilonia la grande, quella che ha
abbeverato tutte le genti col vino del furore della sua fornicazione".
Poi, un terzo angelo li seguì gridando a gran voce:
"Chiunque adora la bestia e la sua statua e ne riceve il
marchio sulla fronte o sulla mano,
berrà il vino dell'ira di Dio che
è versato puro nella coppa della sua ira e sarà torturato
con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e
dell'Agnello.
Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli,
e non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la
bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome".
Qui appare la costanza dei santi, che osservano i
comandamenti di Dio e la fede in Gesù.
Poi udii una voce dal cielo che
diceva: "Scrivi: Beati d'ora in poi,
i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito,
riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono".
Io guardai ancora ed ecco una nube bianca e sulla nube
uno stava seduto, simile a un Figlio d'uomo;
aveva sul capo una corona d'oro e in mano una falce
affilata.
Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a
colui che era seduto sulla nube:
"Getta la tua falce e mieti; è giunta l'ora di mietere,
perché la messe della terra è matura".
Allora colui che era seduto
sulla nuvola gettò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
Allora un altro angelo uscì dal tempio che è nel cielo,
anch'egli tenendo una falce affilata.
Un altro angelo, che ha potere
sul fuoco, uscì dall'altare e gridò a gran voce a quello che aveva la
falce affilata:
"Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli
della vigna della terra, perché le sue uve sono mature".
L'angelo gettò la sua falce sulla
terra, vendemmiò la vigna della terra e gettò l'uva nel grande tino
dell'ira di Dio.
Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì
sangue fino al morso dei cavalli, per una distanza di duecento miglia.
Poi vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso:
sette angeli che avevano sette flagelli;
gli ultimi, poiché con essi si deve compiere l'ira di
Dio.
Vidi pure come un mare di
cristallo misto a fuoco e coloro che avevano vinto la bestia e la sua
immagine e
il numero del suo nome, stavano ritti sul mare di
cristallo. Accompagnando il canto con le arpe divine,
cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico
dell'Agnello:
"Grandi e mirabili sono le tue opere,
o Signore Dio onnipotente;
giuste e veraci le tue vie,
o Re delle genti!
Chi non temerà, o Signore,
e non glorificherà il tuo nome?
Poiché tu solo sei santo.
Tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati".
] Dopo ciò vidi aprirsi nel cielo il
tempio che contiene la Tenda della Testimonianza;
dal tempio uscirono i sette angeli che avevano i sette
flagelli, vestiti di lino puro,
splendente, e cinti al petto di cinture d'oro.
Uno dei quattro esseri viventi
diede ai sette angeli sette coppe d'oro colme dell'ira di Dio che vive nei
secoli dei secoli.
Il tempio si riempì del fumo che
usciva dalla gloria di Dio e dalla sua potenza:
nessuno poteva entrare nel tempio finché non avessero
termine i sette flagelli dei sette angeli.
Udii poi una gran voce dal tempio che diceva ai sette
angeli: "Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio".
Partì il primo e versò la sua
coppa sopra la terra; e scoppiò
una piaga dolorosa e maligna sugli uomini che recavano il
marchio della bestia e si prostravano davanti alla sua statua.
Il secondo versò la sua coppa nel
mare che diventò sangue come quello di un morto e perì ogni
essere vivente che si trovava nel mare.
] Il terzo versò la sua coppa nei fiumi
e nelle sorgenti delle acque, e diventarono sangue.
Allora udii l'angelo delle acque
che diceva:
"Sei giusto, tu che sei e che eri,
tu, il Santo,
poiché così hai giudicato.
Essi hanno versato il sangue di santi e di profeti,
tu hai dato loro sangue da bere:
ne sono ben degni!".
Udii una voce che veniva
dall'altare e diceva:
"Sì, Signore, Dio onnipotente; veri e giusti sono i tuoi
giudizi!".
Il quarto versò la sua coppa sul
sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco.
E gli uomini bruciarono per il terribile calore e
bestemmiarono il nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli,
invece di ravvedersi per rendergli omaggio.
Il quinto versò la sua coppa sul
trono della bestia e il suo regno fu avvolto dalle tenebre.
Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore e
bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei dolori e delle
piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni.
Il sesto versò la sua coppa sopra il gran fiume Eufràte e
le sue acque
furono prosciugate per preparare il passaggio ai re
dell'oriente.
Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e
dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a
rane:
sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e
vanno a radunare tutti i re di tutta la
terra per la guerra del gran giorno di Dio onnipotente.
Ecco, io vengo come un ladro.
Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar
vedere le sue vergogne.
E radunarono i re nel luogo che in
ebraico si chiama Armaghedòn.
Il settimo versò la sua coppa
nell'aria e uscì dal tempio, dalla parte del trono,
una voce potente che diceva: "E' fatto!". Ne
seguirono folgori, clamori e tuoni,
accompagnati da un grande terremoto, di cui non vi era
mai stato l'uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra.
La grande città si squarciò in tre
parti e crollarono le città delle nazioni. Dio si ricordò di Babilonia la
grande,
per darle da bere la coppa di vino della sua ira
ardente. Ogni isola scomparve e i monti si dileguarono.
E grandine enorme del peso di
mezzo quintale scrosciò dal cielo sopra gli uomini,
e gli uomini bestemmiarono Dio a causa del flagello della
grandine, poiché era davvero un grande flagello.
Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi
si avvicinò e parlò con me:
"Vieni, ti farò vedere la condanna della grande
prostituta che siede presso le grandi acque.
Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli
abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione".
L'angelo mi trasportò in spirito nel
deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di
nomi blasfemi,
con sette teste e dieci corna. La donna
era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d'oro,
di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa
d'oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione.
Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: "Babilonia
la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra".
E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e
del sangue dei martiri di Gesù.
Al vederla, fui preso da grande stupore. Ma
l'angelo mi disse: "Perché ti meravigli?
Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che
la porta, con sette teste e dieci corna.
Simbolismo della bestia e della prostituta
La bestia che hai visto era ma non è più, salirà
dall'Abisso, ma per andare in perdizione.
E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel
libro della vita fin dalla fondazione del mondo,
stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma
riapparirà. Qui ci vuole una mente che abbia
saggezza.
Le sette teste sono i sette colli sui quali è seduta la
donna; e sono anche sette re.
I primi cinque sono caduti, ne
resta uno ancora in vita, l'altro non è ancora venuto e
quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco.
Quanto alla bestia che era e non
è più, è ad un tempo l'ottavo re e uno dei sette, ma va in perdizione.
Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non
hanno ancora ricevuto un regno,
ma riceveranno potere regale, per un'ora soltanto insieme
con la bestia.
Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza
e il loro potere alla bestia.
Essi combatteranno contro
l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e
il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli
eletti e i fedeli".
Poi l'angelo mi disse: "Le acque che hai viste, presso le
quali siede la prostituta,
simboleggiano popoli, moltitudini, genti e lingue.
Le dieci corna che hai viste e
la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda,
ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco.
Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e
di accordarsi per affidare il loro regno alla bestia,
finché si realizzino le parole di Dio.
La donna che hai vista
simboleggia la città grande, che regna su tutti i re della terra".
Dopo ciò, vidi un altro angelo discendere dal cielo con
grande potere e la terra fu illuminata dal suo splendore.
Gridò a gran voce:
"E' caduta, è caduta
Babilonia la grande
ed è diventata covo di demòni,
carcere di ogni spirito immondo,
carcere d'ogni uccello impuro e aborrito
e carcere di ogni bestia immonda e aborrita.
Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino
della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato".
Poi udii un'altra voce dal cielo:
"Uscite, popolo mio, da Babilonia
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte dei suoi flagelli.
Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al
cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
[6] Pagatela con la sua stessa moneta,
retribuitele il doppio dei suoi misfatti.
Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva.
Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo
lusso,
restituiteglielo in tanto tormento e afflizione.
Poiché diceva in cuor suo:
Io seggo regina,
vedova non sono e lutto non vedrò;
per questo, in un solo giorno,
verranno su di lei questi flagelli:
morte, lutto e fame;
sarà bruciata dal fuoco,
poiché potente Signore è Dio
che l'ha condannata".
I re della terra che si sono prostituiti e han vissuto
nel fasto con essa piangeranno e
si lamenteranno a causa di lei, quando vedranno il fumo
del suo incendio, [10] tenendosi a distanza per
paura dei suoi tormenti e diranno:
"Guai, guai, immensa città,
Babilonia, possente città;
in un'ora sola è giunta la tua condanna!".
Anche i mercanti della terra piangono e gemono su di lei,
perché nessuno compera più le loro merci:
carichi d'oro, d'argento e di pietre preziose, di perle,
di lino, di porpora, di seta e di scarlatto;
legni profumati di ogni specie, oggetti d'avorio, di
legno, di bronzo, di ferro, di marmo;
cinnamòmo, amòmo, profumi,
unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi,
cavalli, cocchi, schiavi e vite umane.
"I frutti che ti piacevano tanto,
tutto quel lusso e quello splendore
sono perduti per te,
mai più potranno trovarli".
I mercanti divenuti ricchi per essa, si terranno a
distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e gemendo, diranno:
"Guai, guai, immensa città,
tutta ammantata di bisso,
di porpora e di scarlatto,
adorna d'oro,
di pietre preziose e di perle!
In un'ora sola
è andata dispersa sì grande ricchezza!".
Tutti i comandanti di navi e l'intera ciurma, i naviganti
e quanti commerciano per mare se ne stanno a distanza,
e gridano guardando il fumo del suo incendio: "Quale
città fu mai somigliante all'immensa città?".
Gettandosi sul capo la polvere gridano, piangono e
gemono:
"Guai, guai, immensa città,
del cui lusso arricchirono
quanti avevano navi sul mare!
In un'ora sola fu ridotta a un deserto!
[20] Esulta, o cielo, su di essa,
e voi, santi, apostoli, profeti,
perché condannando Babilonia
Dio vi ha reso giustizia!".
Un angelo possente prese allora
una pietra grande come una mola, e la gettò nel mare esclamando:
"Con la stessa violenza sarà precipitata
Babilonia, la grande città
e più non riapparirà.
La voce degli arpisti e dei musici,
dei flautisti e dei suonatori di tromba,
non si udrà più in te;
ed ogni artigiano di qualsiasi mestiere
non si troverà più in te;
e la voce della mola
non si udrà più in te;
e la luce della lampada
non brillerà più in te;
e voce di sposo e di sposa
non si udrà più in te.
Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra;
perché tutte le nazioni dalle tue malìe furon sedotte.
In essa fu trovato il sangue dei profeti e dei
santi
e di tutti coloro che furono uccisi sulla terra".
Dopo ciò, udii come una voce potente di una folla immensa
nel cielo che diceva:
"Alleluia!
Salvezza, gloria e potenza
sono del nostro Dio;
perché veri e giusti sono i suoi giudizi,
egli ha condannato la grande meretrice
che corrompeva la terra con la sua prostituzione,
vendicando su di lei
il sangue dei suoi servi!".
E per la seconda volta dissero:
"Alleluia!
Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!".
Allora i ventiquattro vegliardi e i quattro esseri
viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo:
"Amen, alleluia".
Partì dal trono una voce che
diceva:
"Lodate il nostro Dio,
voi tutti, suoi servi,
voi che lo temete,
piccoli e grandi!".
Udii poi come una voce di una
immensa folla simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni
possenti, che gridavano:
"Alleluia.
Ha preso possesso del suo regno il Signore,
il nostro Dio, l'Onnipotente.
Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo a lui gloria,
perché son giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta,
le hanno dato una veste
di lino puro splendente".
La veste di lino sono le opere giuste dei santi.
Allora l'angelo mi disse: "Scrivi: Beati gli invitati al
banchetto delle nozze dell'Agnello!".
Poi aggiunse: "Queste sono parole veraci di Dio". Allora
mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo,
ma egli mi disse: "Non farlo! Io sono servo come te e i
tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù.
E' Dio che devi adorare". La testimonianza di Gesù è lo
spirito di profezia.
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco
un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava "Fedele" e "Verace":
egli giudica e combatte con giustizia.
I suoi occhi sono come una fiamma
di fuoco, ha sul suo capo molti diademi;
porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di
lui.
E' avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome
è Verbo di Dio.
Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi,
vestiti di lino bianco e puro.
Dalla bocca gli esce una spada
affilata per colpire con essa le genti.
Egli le governerà con scettro di ferro e
pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa del Dio onnipotente.
Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei
re e Signore dei signori.
Vidi poi un angelo, ritto sul sole, che gridava a gran
voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo:
] "Venite, radunatevi al grande
banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei capitani,
le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri
e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi".
Vidi allora la bestia e i re della
terra con i loro eserciti radunati per
muover guerra contro colui che era seduto sul cavallo e
contro il suo esercito.
Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che
alla sua presenza aveva
operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti
avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua.
Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco,
ardente di zolfo.
Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di
bocca al Cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
Vidi poi un angelo che scendeva
dal cielo con la chiave dell'Abisso e una gran catena in mano
. Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il
diavolo, satana - e lo incatenò per mille anni;
lo gettò nell'Abisso, ve lo
rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non
seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille
anni.
Dopo questi dovrà essere sciolto per un pò di
tempo. Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si
sedettero fu dato il potere di giudicare.
Vidi anche le anime dei decapitati a causa della
testimonanza di Gesù e della parola di Dio,
e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e
non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano.
Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille
anni;
gli altri morti invece non tornarono in vita fino al
compimento dei mille anni.
Questa è la prima risurrezione.
Beati e santi coloro che prendon parte alla prima
risurrezione.
Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno
sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni.
Secondo combattimento escatologico
Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà
liberato dal suo carcere
e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della
terra, Gog e Magòg, per adunarli per la guerra:
il loro numero sarà come la sabbia del mare.
Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero
d'assedio l'accampamento dei santi e la città diletta.
Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. E
il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e
zolfo,
dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno
tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.
Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di
esso.
Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo
senza lasciar traccia di sé.
Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al
trono.
Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro,
quello della vita.
I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto
in quei libri, ciascuno secondo le sue opere.
Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e
gli inferi resero i
morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato
secondo le sue opere.
Poi la morte e gli inferi furono
gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di
fuoco.
E chi non era scritto nel libro
della vita fu gettato nello stagno di fuoco.
Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il
cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più.
Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme,
scendere dal cielo, da Dio,
pronta come una sposa adorna per il suo sposo. [3]
Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
" Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro" .
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi ;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate".
E Colui che sedeva sul trono
disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose";
e soggiunse: "Scrivi, perché queste parole sono certe e
veraci.
Ecco sono compiute!
IO SONO L'ALFA E L'OMEGA,
IL PRINCIPIO E LA FINE.
A colui che ha sete darò gratuitamente
acqua della fonte della vita .
Chi sarà vittorioso erediterà
questi beni;
IO SARO' IL SUO DIO
ed egli sarà mio figlio .
Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi,
gl'immorali,
i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è
riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. E' questa la seconda
morte".
Poi venne uno dei sette angeli che hanno le sette coppe
piene degli ultimi sette flagelli e mi parlò:
"Vieni, ti mostrerò la fidanzata, la sposa
dell'Agnello". [10]
L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e
alto, e mi mostrò la città santa,
Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente
della gloria di Dio.
Il suo splendore è simile a quello di una gemma
preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.
La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte
:
sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi
scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele .
A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a
mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte .
[14] Le mura della città poggiano su
dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli
dell'Agnello.
[15] Colui che mi parlava aveva come
misura una canna d'oro, per misurare la città, le sue porte e le sue mura.
La città è a forma di quadrato, la
sua lunghezza è uguale alla larghezza.
L'angelo misurò la città con la canna: misura dodici mila
stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza sono eguali.
Ne misurò anche le mura: sono
alte centoquarantaquattro braccia,
secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata
dall'angelo. [18]
Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro
puro, simile a terso cristallo.
Le fondamenta delle mura della
città sono adorne di ogni specie di pietre preziose.
Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffìro,
il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo,
il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo
di crisòlito, l'ottavo di berillo,
il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l'undecimo
di giacinto, il dodicesimo di ametista.
E le dodici porte sono dodici
perle; ciascuna porta è formata da una sola perla.
E la piazza della città è di oro puro, come cristallo
trasparente.
Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio,
l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio.
La città non ha bisogno della luce
del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e
la sua lampada è l'Agnello.
Le nazioni cammineranno alla
sua luce
e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza .
Le sue porte non si chiuderanno
mai durante il giorno ,
poiché non vi sarà più notte.
[26] E porteranno a lei la gloria e l'onore delle
nazioni .
Non entrerà in essa nulla d'impuro ,
né chi commette abominio o falsità,
ma solo quelli che sono scritti
nel libro della vita dell'Agnello.
Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida
come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.
In mezzo alla piazza
della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero
di vita che
dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le
foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.
E non vi sarà più maledizione.
Il trono di Dio e dell'Agnello
sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno;
vedranno la sua faccia
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte
e non avranno più bisogno di luce di lampada,
né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà
e regneranno nei secoli dei secoli .
Poi mi disse: "Queste parole sono certe e veraci. Il
Signore,
il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo
per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve.
Ecco, io verrò presto. Beato chi
custodisce le parole profetiche di questo libro".
Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose.
Udite e vedute che le ebbi,
mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le
aveva mostrate. [9] Ma egli mi disse:
"Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i
tuoi fratelli, i profeti,
e come coloro che custodiscono le parole di questo libro.
E' Dio che devi adorare".
Poi aggiunse: "Non mettere sotto sigillo le parole
profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino.
Il perverso continui pure a essere perverso,
l'impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a
praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.
Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per
rendere a ciascuno secondo le sue opere.
Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo
e l'Ultimo, il principio e la fine.
Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte
all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città.
Fuori i cani, i fattucchieri, gli
immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!
Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a
voi queste cose riguardo alle Chiese.
Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella
radiosa del mattino".
Lo Spirito e la sposa dicono:
"Vieni!". E chi ascolta ripeta: "Vieni!".
Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente
l'acqua della vita.
Dichiaro a chiunque ascolta le
parole profetiche di questo libro:
a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere
addosso i flagelli descritti in questo libro; [19]
e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico,
Dio lo priverà dell'albero della vita e della città
santa, descritti in questo libro.
[20] Colui che attesta queste cose
dice:
"Sì, verrò presto!".
Amen. Vieni, Signore Gesù.
La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi.
Amen!