La Bibbia contiene qualcosa di
straordinario, un tesoro fuori dal tempo,
la testimonionza su un Uomo che, nella
"pienezza dei tempi",
"VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI".
Questo Uomo è
il Signore Dio
manifestato nella carne, l'Eterno.
Con grandissima e continua coerenza, in
un lunghissimo periodo di tempo, la Bibbia (l'antica Torah)
PROFETIZZA
la Venuta del "Re dei re" (Vecchio
Testamento),
DESCRIVE
il compimento di questa promessa,
raccontando di Gesù Cristo e
PROFETIZZA E ANNUNCIA
del Suo Ritorno, nella Gloria
(Nuovo Testamento).
Di fronte ad una simile testimonianza è
certo comprensibile che il mondo intero si sia diviso, scandalizzato.
Lo scandalo di allora è lo scandalo di
oggi.
La "divisione" creata allora è viva
ancora oggi.
Questa "separazione" è stata ampiamente
annunciata e profetizzata da Gesù Cristo stesso.
- UN RACCONTO MITICO? -
E' necessario fare una premessa, viviamo in un tempo molto particolare
e delicato perchè il
mondo intero sta subendo un condizionamento di stampo New
Age derivante dalla Massoneria,
tutto questo è evidente ed innegabile.
Questa potentissima opera di propaganda non ha mai cercato di colpire
"in generale" i grandi testi delle religioni mondiali
ma si è invece concentrata curiosamente solo e sempre sulla
Bibbia.
Questo non dovrebbe far riflettere un poco?
In pochi anni un piccolo esercito di Dan
Brown si è arricchito immensamente.
Perchè questi pseudo "professori", come Mauro
Biglino, sembrano odiare così profondamente il Cristianesimo,
perchè moltissimi di questi "ricercatori" provengono da ambienti Massonici e
sono arrivati al punto di mentire spudoratamente
proponendo persino FALSE
PROVE archeologiche?
Oggi moltissime persone dicono o
scrivono cose del tipo:
“Il Vangelo è una storia-mito, una
favoletta buona per i sempliciotti..."
"Gesù è una leggenda"
“La chiesa ci ha imbrogliato per
costruire una struttura di potere e imprigionarci"
Niente potrebbe essere più falso di
queste affermazioni.
Diventa dunque necessario rispondere a
tutto questo, perchè è davvero possibile farlo, serenamente.
I Vangeli ci parlano della "SALVEZZA PER
FEDE" e per "GRAZIA" ma attenzione...
Essere CREDENTI non significa
affatto essere "creduloni".
Al contrario.
La Fede non si pone affatto contro la
raguione, anzi.
Il Maestro disse che era necessario
diventare come bambini per ACCOGLIERE il Regno di Dio,
non certo stupidi o ignoranti.
E' chiaro che dobbiamo tener distinta
la ricerca storica dal dono-scelta di Fede.
La fede nel Risorto non è subordinata
alle ricerche storiche che saranno sempre approssimative e parziali e
certamente nessuna "prova" potrà mai
convincere
(almeno fino al Ritorno di Gesù Cristo)
chi non vuole credere.
Del resto, Gesù Cristo non impose nulla
a nessuno e non obbligò a credere.
Milioni di persone hanno una fede
profondissima pur senza conoscere niente di documentazioni storiche.
Tuttavia nella società contemporanea è
indispensabile confortare la fede anche con una conoscenza razionale,
capace di rispondere alle obiezioni ed
alle critiche perchè i Vangeli non parlano di Cenerentola o di
Biancaneve
ma di un uomo vero, venuto nel
mondo in un tempo preciso, in un luogo preciso.
Le testimonianze sono
innumerevoli.
Non ci sono dubbi... I Vangeli possono
tranquillamente essere considerati dei testi "di parte".
Le persone che avevano conoscito
personalmente il Maestro
SENZA DUBBIO CREDEVANO IN LUI,
Lo amavano e testimoniavano di Lui con
amore ed entusiasmo.
Attenzione però... Stiamo parlando di
persone che
diedero la vita pur di non
rinnegare il Maestro e quello che avevano visto e ascoltato.
Quello che avevano visto e potevano
testimoniare era certamente raccontato con gioia, entusiasmo,
dovremmo forse stupirci di questo?
Eppure, nonostante questo amore, non c'é
davvero nulla di romanzato nella loro testimonianza,
gli evangelisti non raccontano di un
"superman" improbabile o di un essere mitologico
ma di un Amico e di un Maestro, un uomo
che mangiava e beveva, che dormiva e che lavorava,
un uomo capace di soffrire, di
piangere, commuoversi.
Gli evangelisti hanno presentato fatti
che avrebbero potuto tacere per rendere
"umanamente più verosimile" il racconto
(verosimile secondo una logica naturale).
Ad esempio hanno descritto il pianto di
Cristo,
il suo sudar sangue, hanno evidenziato
i loro difetti personali e le loro colpe
(il rinnegamento di Pietro, la loro
mancanza di fede durante la passione),
hanno descritto le sofferenze e le
umiliazioni subite dal Maestro…
Si tratta di tanti episodi che secondo
una logica “umana” avrebbero potuto sminuire immensamente Gesù,
la sua comunità e la testimonianza
lasciata dagli stessi evangelisti.
Siamo lontani anni luce dalle
descrizioni "perfette" degli "eroi" greci o delle "divinità"
antiche.
Il racconto evangelico non presenta mai
toni epici o spettacolari.
La nascita di Gesù è narrata in due
righe, così la guarigione del cieco nato.
Gesù è presentato in tutta la sua
umanità, umiliato fino alla morte di croce.
Il momento della risurrezione non viene
descritto;
solo le apparizioni del risorto vengono
raccontate,
la descrizione presenta toni tutt'altro
che epici ed esaltati.
Da queste considerazioni si ricava una
evidente ricerca di fedeltà alla
TESTIMONIANZA
anche quando questa potrebbe incontrare
difficoltà ad essere creduta dal mondo.
L'annuncio di un Dio fatto uomo, che si
lascia umiliare e crocifiggere,
doveva essere uno scandalo
difficilissimo da accettare per la ragione e
in particolare per la mentalità ebraica
che si aspettava un Messia vincitore e
capace di sconfiggere militarmente i
nemici d'Israele.
Anche per i pagani fu uno scandalo
immenso, come risulta dal discorso di Paolo all'Areopago ( Atti 17).
Agli occhi di tutti (o quasi...) la
figura del Cristo apparve uno scandalo,
l'esatto contrario dell'attesa
messianica e trionfante del Re che tutti attendevano.
Ci si aspettava un re-imperatore a
cavallo, magari scortato da un esercito invincibile e
si vide invece un uomo su un
asinello, accolto soprattutto dai bambini.
Gli evangelisti non cercarono affatto di
“adattare” il racconto agli ascoltatori o costruire
un "mito" piacevole o intrigante...
Il Vangelo, soprattutto per quei tempi,
era tutto il contrario di quello che il mondo attendeva.
Gli evangelisti raccontarono dei fatti
nonostante questo comportasse per loro
derisioni, incomprensioni e
persecuzioni testimoniate da molte fonti.
Quasi tutti gli autori del Nuovo
Testamento:
Pietro, Paolo, Luca, Matteo, Marco,
Giuda Taddeo, Giacomo…
morirono martiri a motivo di quello
che avevano scritto.
- I "VANGELI MANIPOLATI IN UN GRANDE
COMPLOTTO" -
Molte persone dicono oggi che i Vangeli
sarebbero stati "tagliati e cuciti" o
addirittura inventati per
costruire un mito utile al Papato"
(???)
Tutto sarebbe dunque un complotto.
Purtroppo chi afferma queste sciocchezze
dimostra di non aver mai letto il Vangelo.
Il racconto dei Vangeli infatti non
favorisce proprio nessuna istituzione
di potere umana e certamente non
favorisce il Papato, anzi.
E' VERO ESATTAMENTE IL CONTRARIO.
I libri di propaganda vengono "costruiti" per favorire un gruppo, un
partito, una famiglia di potere ma il
Vangelo non favorisce nessuno, piuttosto ribalta il concetto
millenario del potere,
gli ultimi diventano i primi, le "guide cieche" vengono additate come
"sepolcri imbiancati" e gli afflitti consolati.
Nei Vangeli si annuncia un Regno molto
diverso da quello dei poteri umani e delle istituzioni di potere.
Il Vangelo non imprigiona nessuno e non
sottomette gli uomini a nessuna istituzione.
Non possiamo e non dobbiamo dimenticare questo o finiremo con il
respingere un salvagente
che ci viene offerto gratuitamente mentre stiamo affogando.
Nella Bibbia (Vangelo, atti,
Apocalisse...) le bugie degli uomini, delle istituzioni religiose, dei
potenti...
SONO COMPLETAMENTE MESSE A NUDO.
L'ipocrisia dei capi religiosi
dell'epoca (e di oggi...), le vane tradizioni umane, la sete di potere e
ricchezza
sono denunciate in modo schiacciante.
GESU' CRISTO LIBERA, GESU' CRISTO E'
VENUTO A SALVARE GLI UOMINI
e questo è un fatto totalmente nuovo.
Altro che "complotto" e "mito costruito
a tavolino".
Tutti i complotti umani, da sempre, sono
stati costruiti cercando di fornire "prove" che potessero rendere
quanto più possibile credibile
l'inganno...
Il Vangelo è invece in totale antitesi a
questo.
Nel Vangelo si riferisce
che ALCUNE DONNE furono le prime testimoni della
risurrezione,
benché la testimonianza
femminile non fosse giuridicamente accettata in quell'epoca.
Il Vangelo non obbliga e non cerca
affatto di CONVINCERE IN OGNI MODO ma invita a credere.
Questo dovrebbe davvero farci
riflettere, in un mondo in cui molti avvenimenti ci vengono
"dimostrati" proprio con prove
artificiali, costruite a tavolino.
"BEATI QUELLI CHE, PUR NON AVENDO VISTO,
CREDERANNO"
Il Vangelo si trova in antitesi
all'innalzamento di un qualche potere, imperatore o re terreno
"GLI ULTIMI SARANNO PRIMI"
Migliaia furono i martiri contemporanei
a Cristo, che hanno testimoniato con la vita quello che
affermavano.
Tacito parla di una “ingens multitudo”
di martiri sotto Nerone (64-67 d. C.).
Questo martirio in nome della fedeltà
alla propria coscienza è un fatto assolutamente NUOVO per la mentalità
greco-romana,
in cui si riteneva che la legge politica
avesse un'autorità inderogabile.
Questa novità, questa “obiezione di
coscienza”
(di cui furono protagonisti non
individui eccezionali come Antigone o Socrate, ma enormi moltitudini)
non è storicamente spiegabile senza
una motivazione oggettiva e storicamente fondata.
Il Vangelo NON OFFRIVA VANTAGGI
ECONOMICI e POTERE TERRENO
(a differenza di moltissime sette
gnostiche destinate solo a pochi INIZIATI),
eppure queste persone erano disposte a
perdere tutto per seguire Gesù Cristo.
- I VANGELI -
Gesù Cristo non è Babbo natale.
Gesù Cristo non è un "mito
copiato da Horus" come oggi la New Age ama ripetere.
Quali sono le fonti storiche su Gesù di
Nazareth?
Da due millenni i quattro vangeli
canonici di Matteo, Marco, Luca e Giovanni sono stati considerati
anche in ambiente laico come le fonti
principali.
"Vangelo" deriva dalla parola greca (eu
anghélion), che arriva all'italiano attraverso il latino evangelium
e
significa letteralmente "lieto
annunzio", "buona notizia".
Esistono dei testi Apocrifi che oggi
vengono chiamati "vangelo" ma che NON sono affatto Vangelo.
Molti di questi testi si sono rivelati
falsi e contengono dottrine chiaramente legate allo
GNOSTICISMO e alla KABBALAH,
offrendo una vera e propria caricatura di Gesù Cristo.
E' NECESSARIO SOTTOLINEARE che i
criteri utilizzati
nella conservazione dei Vangeli erano e
sono
OGGETTIVI, LAICI,
anche molto semplici, applicabili a
QUALSIASI ALTRO TESTO
STORICO ANTICO.
Un criterio FONDAMENTALE è l'ANTICHITA'
delle fonti, per ovvi motivi.
- QUANDO SONO STATI SCRITTI REALMENTE I VANGELI? -
I Vangeli sono “favole popolari”, sono
storielle amplificate e deformate dalla fantasia?
Decisamente NO.
Le più recenti scoperte papirologiche e
l'analisi linguistica del greco dei Vangeli
hanno imposto una datazione VICINISSIMA
agli eventi descritti.
La morte di Gesù è avvenuta intorno all'anno trenta.
Dopo di allora, gli apostoli sono rimasti a Gerusalemme circa
trent'anni, per costituire la prima comunità cristiana,
fedele agli insegnamenti del Maestro.
Questa è la fase della PREDICAZIONE ORALE.
Si deve sottolineae che nel giudaismo dell'epoca la tradizione orale
era ESTREMAMENTE RIGOROSA,
veniva tramandata seguendo regole precisissime e rigide di fedeltà,
parola per parola.
Nelle scuole rabbiniche gli insegnamenti venivano imparati a memoria,
con il controllo e l'autorità del "rabbi".
E' quindi certo che anche la prima comunità cristiana, costituita da
ebrei, abbia seguito questa prassi di trasmissione
fedele delle parole del Maestro, fissate dall'autorità degli
Apostoli.
Gli studiosi sono d'accordo sull'esistenza di raccolte di detti o
avvenimenti la cui stesura precede quella dei Vangeli canonici;
lo stesso Vangelo di Luca, nella sua introduzione,
cita la precedente esistenza di diversi resoconti dei fatti:
"Poiché molti han posto mano a stendere un racconto
degli avvenimenti successi tra di noi"
Il libro degli Atti, in cui è registrata l'attività missionaria della
chiesa primitiva,
fu redatto da Luca, scrittore dell'omonimo vangelo.
Il libro degli Atti termina con l'apostolo Paolo ancora vivente, a
Roma.
Questo libro può allora essere stato scritto prima della morte di
Paolo, dal momento che gli altri maggiori
eventi della sua vita vi sono narrati. Alcune prove indicano che
Paolo fu messo a morte durante la persecuzione voluta
da Nerone nel 64 d.C., pertanto è probabile che il libro degli
Atti sia stato scritto prima di quell'anno.
Il Vangelo di Luca, essendo stato scritto prima del libro degli Atti,
dallo stesso scrittore,
dev'essere dunque stato composto tra la fine del 50 e l'inizio del 60
d.C..
La chiesa primitiva insegnava che i primi Vangeli
ad essere stati redatti erano quelli di Marco e di Matteo, il che ci
porta ancora più vicini al tempo di Cristo.
Questo ci induce a ritenere che i primi tre Vangeli furono tutti
composti nell'arco di 20-30 anni dal tempo in
cui ebbero luogo questi eventi, un periodo in cui gli oppositori
dell'epoca erano in vita e
potevano facilmente contraddire la loro testimonianza se non
fosse stata accurata.
Recentemente, lo studioso J. Robinson (un noto teologo liberale) ha
evidenziato
- in uno studio di 380 pagine e 1300 note conclusive -
che la datazione dei libri del Nuovo Testamento risale a molto
prima di quanto diversi studiosi odierni pensano.
Robinson ha dimostrato che l'intero Nuovo Testamento può essere stato
completato prima dell'anno 70 d.C.,
dunque nel pieno del periodo in cui vivevano gli scrittori dei
Vangeli.
Le prove indicano che i documenti furono scritti a brevissima distanza
dagli eventi.
Lo studioso, J. W. Wenham, ha pubblicato uno studio dettagliato in cui
giunge alle stesse conclusioni di Robinson.
Robinson sottolinea che nel Nuovo Testamento non vi è alcun
riferimento alle persecuzioni di Nerone nel 64 d.C.,
né all'uccisione di Giacomo, il fratello di Gesù, nel 62 d.C.;
non viene neanche menzionata la rivolta dei Giudei contro i
Romani,
iniziata nel 66 d.C., né quell'evento catastrofico che fu la
distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C..
Con tutta probabilità il Nuovo Testamento è stato completato prima del
70 d.C., forse anche prima del 64 d.C..
Si consideri infatti che la caduta del Tempio di Gerusalemme
avrebbe alimentato la predicazione cristiana
del messaggio che Gesù sostituiva il sistema sacrificale del Tempio
(cfr. Giovanni 1:29, Ebrei 10:11 e segg.), e
quindi il Nuovo Testamento avrebbe sicuramente fatto riferimento
alla sua distruzione come avvenimento passato,
se si fosse già verificata al tempo della stesura.
Dall'esame della coerenza interna, inoltre, lo studioso Tresmontant,
fa notare come, ad esempio, in Giovanni 5:2 si legge che
"a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore,
c'è [non "c'era", verbo estin in greco] una vasca, chiamata in
ebraico Betesda, che ha cinque portici"
Non avrebbe avuto senso dire questo se il libro fosse stato redatto
dopo la distruzione di Gerusalemme,
in quanto essa fu ridotta a un cumulo di pietre come Gesù aveva
profetizzato decenni prima (cfr. Marco 13:1-2).
Tra gli altri studiosi, anche Carsten P. Theide identifica e data i
frammenti del Vangelo di Marco (7Q5) intorno all'anno 50 d.C., e
stabilisce per gli altri libri una datazione molto simile a
quella risultata dagli studi di Robinson.
Alle stesse identiche conclusioni sono giunti anche C. Tresmontant,
basandosi sull'analisi del linguaggio e sulle PROVE
ARCHEOLOGICHE, e
successivamente J. Carmignac, filologo e famoso studioso di
testi ebraici e dei rotoli del Mar Morto.
Orchard e Riley datano Matteo al 43 d.C., mentre Gunther Zuntz,
un'autorità internazionale sul mondo ellenico,
data Marco a non più tardi del 40 d.C.
K.L. Gentry, D. Chilton, e lo stesso Robinson, concludono inoltre che
anche l'ultimo dei libri neotestamentari,
il libro dell'Apocalisse, sia stato completato prima dell'anno
70 d.C..
La dott.ssa Eta Linnemann, che era stata in passato una critica negativa
del Nuovo Testamento
ha rinnegato quelle convinzioni e ora esorta i propri lettori a
"cestinare" le sue opere precedenti.
Possiamo pertanto concludere che anche dal punto di vista storico la
descrizione di Gesù Cristo
offerta dai testimoni oculari che hanno scritto i vangeli è
ESTREMAMENTE AFFIDABILE.
Noi Cristiani abbiamo constatato la verità delle parole del
Nuovo Testamento e riconosciamo con l'apostolo che
"queste cose sono state scritte affinché crediate che Gesù è il Cristo
il Figlio
di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome"
- (Giovanni 20:31) -
- POCHI SCRITTI DI DUBBIA ORIGINE? -
Esattamente il contrario.
Gli scritti evangelici si distinguono rispetto a TUTTI gli altri
testi dell'antichità classica
per una straordinaria ricchezza di manoscritti.
Tutti i testi dell'antichità sono stati copiati a mano dagli
amanuensi lungo i secoli,
fino all'invenzione della stampa (nel 1.450 circa).
Questi manoscritti prendono il nome di papiri, codici, pergamene,
rotoli, ecc.
Quanto maggiore è il numero di manoscritti, tanto più si dice che
l'opera è ben documentata.
Ad esempio, dell'Iliade ed Odissea ci sono rimasti circa 600
manoscritti.
Virgilio ne ha poco più di 100,
Platone ne ha solo undici e così la maggior parte dei
grandi autori dell'antichità...
Quando lo storico si domanda invece quanti siano i
manoscritti del Nuovo Testamento
(quattro Vangeli, Atti degli Apostoli, lettere
paoline, lettere di Giovanni, Pietro, Giacomo, Giuda Taddeo, Apocalisse)
rimane sbalordito dalla loro QUANTITA'.
Abbiamo infatti circa 5.300 manoscritti greci , 8
mila latini,
migliaia di traduzioni in lingue antiche quali
armeno, siriaco, copto…
Complessivamente più di QUINDICIMILA
manoscritti...
Il fatto più importante e meraviglioso
è che queste migliaia di manoscritti
SONO TUTTI CONCORDANTI.
Riportano cioè tutti lo stesso testo,
parola per parola.
Gli amanuensi hanno voluto rispettare
con la massima fedeltà il testo originale, senza aggiungervi niente.
Nessuno ha mai dubitato sull'autenticità
di Platone o di Tacito, è
certo del tutto ASSURDO dubitare sulla
fedeltà di trasmissione dei testi evangelici
che hanno migliaia di copie
manoscritte.
Si noti inoltre che ai più di 15 mila
manoscritti bisogna aggiungere tutto il materiale delle citazioni degli
scrittori cristiani dei
primi tre secoli (i “padri della
Chiesa”) diffuse in tutto il mondo antico, dall'Europa, al nord Africa
all'Asia:
circa 20 mila citazioni.
E' chiaro che i manoscritti sono tanto
più preziosi, quanto più sono antichi.
Anche qui il confronto con gli autori
dell'antichità classica è semplicemente impressionante.
Si deve premettere che i manoscritti
originali, autografi,
scritti di propria mano dagli autori
antichi, sono andati tutti perduti, nulla di sorprendente.
Per lo stesso Dante NON abbiamo il
manoscritto autografo completo della Divina Commedia.
L'autore classico che ha il manoscritto
più antico è Virgilio; si tratta di una testo copiato circa 350 anni
dopo la morte del poeta.
Per tutti gli altri autori classici la
distanza tra l'originale e il manoscritto più antico pervenutoci è
molto SUPERIORE.
Per Cesare, ad esempio, il codice più
antico risale a 900 anni dall'originale.
Per Platone ci sono 1.300 anni tra
originale e codice più antico.
Quando invece gli storici studiano i
manoscritti del Nuovo Testamento rimangono stupiti di fronte alla loro
antichità.
Possediamo infatti centinaia
di manoscritti che risalgono ai primi secoli.
Per numerosi papiri la
distanza tra testo autografo e manoscritto più antico
si riduce a POCHE
DECINE DI ANNI.
La datazione viene formulata in base a
criteri paleografici (si conoscono le tipologie di scrittura nelle varie
epoche),
comparativi, archeologici e chimici e
questi studi sono stati effettuati anche in ambienti del tutto
LAICI.
Per i manoscritti dei vangeli la
documentazione è dunque OGGETTIVAMENTE infinitamente
più attendibile rispetto agli autori
classici.
I manoscritti neotestamentari non sono
poi custoditi (come molti credono...) da
una qualche organizzazione segreta nel
Vaticano ma
si trovano sparsi nelle più
prestigiose Biblioteche di tutto il mondo.
Raccolte di particolare importanza si
trovano nel monastero del Monte Athos (900 manoscritti),
nel monastero di Santa Caterina nel
Sinai, (300), a Roma (367), Parigi (373) Atene (419),
Londra, San Pietroburgo, Gerusalemme,
Oxford, Cambridge, Mosca e in molte altre località.
Queste migliaia di manoscritti
riportano tutti lo stesso testo evangelico,
con una concordanza incredibile.
Essi garantiscono che ci troviamo di
fronte
al testo di gran lunga
più controllato e documentato nella storia umana.
- UN POPOLO DI ANALFABETI?
-
Chi vuole indebolire l'affidabilità dei
Vangeli afferma scioccamente che in una
"popolazione analfabeta" solo la
tradizione orale avrebbe potuto conservare i fatti,
con ampia possibilità di aggiunte e
modificazioni.
Questo è storicamente
FALSO.
Questa visione non è solo semplicistica ma veramente OFFENSIVA e
profondamente BUGIARDA,
tra coloro che hanno portato queste
considerazioni troviamo lo scrittore Bart D. Herman che ha purtroppo
dimostrato troppe volte di essere proiettato solo ed unicamente alla
"dimostrazione" della SUA TESI agnostica e alla
ricerca del "titolone" per un nuovo libro-scoop destinato agli
ingenui.
Questi libri oggi si vendono come il pane.
Praticamente tutti gli studiosi seri
concordano invece nel dire che la società ebraica, legata alla profonda
conoscenza della Bibbia,
aveva senza dubbio moltissime
PERSONE ISTRUITE, CAPACI DI
LEGGERE, SCRIVERE, PRENDERE APPUNTI
ANCHE TRA GLI APOSTOLI
STESSI.
Nel I secolo persone di varia estrazione sapevano LEGGERE E SCRIVERE.
In proposito Alan Millard, DOCENTE DI EBRAICO E ANTICHE LINGUE
SEMITICHE,
osserva:
“Era comune saper scrivere in greco, aramaico ed ebraico e
lo si poteva riscontrare a ogni livello della società”.
Millard aggiunge:
“Questo era l'ambiente in cui Gesù svolse la sua opera”.
Il testo dei Vangeli è considerato da alcuni “frutto di una società
del tutto illetterata”, ma in proposito Millard scrive:
“Questo è semplicemente INVEROSIMILE, poiché la scrittura era diffusa
quasi ovunque.
Di conseguenza, non era insolito che ci fosse qualcuno che poteva
mettere per iscritto quello che aveva sentito,
sia per la propria consultazione sia per informare altri”.
Erano facilmente reperibili tavolette cerate, che potevano servire per
annotare informazioni.
Ne troviamo un'indicazione nel primo capitolo di Luca.
A Zaccaria, che aveva perso temporaneamente l'uso della parola, venne
chiesto come voleva chiamare suo figlio.
Al versetto 63 leggiamo:
“Egli chiese [evidentemente a gesti] una tavoletta e scrisse:
"Il suo nome è Giovanni'”
Alcuni dizionari biblici spiegano che con il termine “tavoletta” ci
si poteva riferire ad
un supporto scrittorio di legno spalmato di cera.
Forse qualcuno dei presenti aveva a portata di mano una tavoletta del
genere su cui Zaccaria poté scrivere.
I Vangeli indicano inoltre che fra i seguaci di Gesù e le folle che
lo ascoltavano c'erano persone che, quasi certamente,
nella vita quotidiana erano solite scrivere.
Tra questi c'erano per esempio gli esattori di tasse Matteo e Zaccheo
( Matteo 9:9; Luca 19:2 );
un presidente della sinagoga ( Marco 5:22 ); un ufficiale
dell'esercito ( Matteo 8:5 );
Giovanna, moglie di un alto funzionario sotto Erode Antipa ( Luca 8:3
);
nonché scribi, farisei, sadducei e membri del Sinedrio ( Matteo
21:23, 45; 22:23; 26:59 ).
Per insegnare la fede cristiana, i discepoli non dovevano solo sapere
quello che Gesù aveva detto e fatto,
ma anche capire come la Legge e le profezie delle Scritture Ebraiche
SI RIFERIVANO AL CRISTO.
Al riguardo Harry Y. Gamble, professore di studi religiosi presso
l'Università della Virginia, scrive:
“È difficile dubitare che fin dall'inizio vi fossero cristiani,
probabilmente in gruppi, che si dedicavano allo studio e
all'interpretazione approfonditi della Scrittura giudaica,
ricavandone le garanzie [o prove] testuali delle credenze cristiane e
rendendo questi testi utilizzabili per la predicazione”.
Il progresso dell'archeologia ha sempre e solo portato enorme
sostegno ai difensori dell'attendibilità dei Vangeli.
Sempre più prove ci dicono che la popolazione ebraica fosse
DECISAMENTE ALFABETIZZATA.
L'archeologo israeliano Boaz Zissu, professore della Bar Ilan
University,
ex comandante delle unità di protezione delle antichità in Israele,
specializzato in graffiti, dice al “The Jerusalem Post” :
"Quando parliamo di alfabetizzazione, i graffiti ci mostrano che la
capacità di leggere e
scrivere era condivisa da una percentuale molto elevata della
popolazione".
Certo, sono semplici frasi, a volte brevi citazioni delle parole di
Gesù, oppure preghiere o semplici disegni,
tanto che l'archeologo paragona questo modo di esprimersi a Twitter o
a Facebook:
"In un periodo in cui Internet e i blog non esistevano, qualcuno ha
voluto esprimersi e dire quello
che stava facendo con un chiodo su una parete di una caverna".
Ricorda ad esempio di aver trovato in una grotta il nome di Daniele
seguito da quello di Giovanni,
circondati dalle immagini di due leoni, evocativo del racconto
biblico
“Daniele nella tana dei leoni”.
«Abbiamo un sacco di raffigurazioni di Daniele con i leoni»,
dice Zissu,
«perché è la storia della salvezza» .
- LA RESURREZIONE DI GESU'
CRISTO -
Gli apostoli e i
testimoni della risurrezione di Gesù erano pronti a morire per questa
VERITA'.
Lo sarebbero mai
stati se si fosse trattato di inganno, seduzione e menzogna?
Consacrarono la
loro vita alla risurrezione di Gesù, che si trova al centro del loro
messaggio e della loro dottrina.
Lee Strobel,
reporter giuridico e giornalista, si autodefiniva completamente ateo,
ma meravigliato del cambiamento
positivo del
carattere di sua moglie tramite la fede in Gesù, volle indagare a
fondo sul «caso Gesù».
Le sue esperienze
professionali gli furono molto utili in tal senso,
infatti Lee
raccolse e controllò testimonianze, prove scientifiche, prove
indiziarie, perizie psicologiche.
Chiese a numerosi
scienziati americani di mettere a disposizione le loro risorse sul
campo.
Lee Strobel li
intervistò come se la fede fosse un caso criminale.
Voleva prove
tangibili della vita e risurrezione di Gesù.
Era alla ricerca
della verità, la trovò e diventò un cristiano convinto.
Ha descritto la
sua storia nel libro: «Der Fall Jesus» (Il caso Gesù).
Mentre Gesù viveva sulla terra, per cinque volte profetizzò che
sarebbe risuscitato dai morti.
Se non fosse stato
Colui che diceva di essere, non avrebbe mai potuto affermare qualcosa
del genere.
Infatti, o Gesù è
stato il più grande bugiardo e ingannatore mai esistito sulla terra,
oppure è stato
davvero il Figlio dell'Iddio vivente ed è risuscitato dai morti.
In Matteo 16,21 leggiamo:
«Da allora Gesù cominciò a
spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e
soffrire molte cose da
parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti,
degli scribi, ed
essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno.»
Da risorto, molti
Lo videro:
«E, alzatisi in quello stesso
momento, tornarono a Gerusalemme e
trovarono riuniti gli undici e
quelli che erano con loro,
i quali dicevano: "Il Signore è
veramente risorto ed è apparso a Simone"»
-(Lc 24,33-34) -
«Poiché vi ho prima di
tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io,
che Cristo morì per i
nostri peccati, secondo le Scritture;
che fu seppellito; che è
stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a
Cefa, poi ai dodici.
Poi apparve a più di
cinquecento fratelli in una volta,
dei quali la maggior parte
rimane ancora in vita e alcuni sono morti.
Poi apparve a Giacomo, poi
a tutti gli apostoli; e, ultimo di tutti, apparve anche a me»
- (I Co 15,3-8) -
C.S. Lewis era un accademico e filosofo ateo, autore di diversi libri
e scritti.
Nelle sue
riflessioni su Gesù Cristo arrivò alla seguente conclusione:
"nessuno può
giungere ad affermare che Gesù sia stato solo una brava persona.
Perché?
Perché una brava
persona non affermerebbe mai di essere Dio.
Proprio questa
affermazione innalza Gesù a un livello superiore.
Pertanto è
assolutamente logico affermare che Gesù fosse più che un bravo uomo, e
cioè che fosse il Figlio di Dio"
Noti storici
romani e giudei come Plinio, Tacito, Claudio e Flavio Giuseppe narrano
della risurrezione di Gesù e
delle reazioni che
suscitò.
Flavio Giuseppe
scrisse:
«Quest'uomo era il Messia, e dopo che
Pilato, su invito del nostro capo,
lo condannò a morte, quelli che Lo
amavano non furono da Lui abbandonati,
poiché Egli apparve loro nuovamente
dopo tre giorni, come avevano predetto i santi profeti»"
- (Antiquitates, 18.3.3) -
Lord Littleton e Gilbert West, entrambi membri di un club ateista,
cercavano di
mettere in dubbio la risurrezione di Gesù e quindi erano costretti a
confrontarsi in modo
approfondito con
questo argomento.
Per produrre delle
controprove, erano ovviamente costretti a fare riflessioni serie e
coerenti.
Entrambi erano
giuristi, quindi persone dotte e istruite a controllare e soppesare
argomentazioni e indizi.
Il
risultato del loro lavoro fu che entrambi divennero credenti.
"Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto
per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non
l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto, ha
dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che CREDONO nel suo nome, i
quali non da sangue, né da volere di carne,
né da volere di uomo ma da Dio sono
stati generati"
- Prove storiche
da fonti non cristiane sull'esistenza
e sulla vita di Gesù Cristo -
Cornelio Tacito è comunemente
riconosciuto come storico tra i più scrupolosi,
come ci attesta anche l'antica
testimonianza di Plinio il Giovane che ne loda la diligenza;
Tacito si dedicò infatti con gran
scrupolo alla raccolta di informazioni e notizie, utilizzando non solo
fonti letterarie,
ma anche documentarie.
Per la sua posizione politica, egli
aveva accesso agli acta senatus (i verbali delle sedute del
senato romano) e
agli acta diurna populi romani
(gli atti governativi e le notizie su ciò che accadeva giorno per
giorno).
Riportando la decisione dell'imperatore Nerone di riversare sui
Cristiani la colpa dell'incendio che distrusse Roma nel 64 d.C.,
Tacito scrisse:
"Nerone si inventò dei colpevoli e
sottomise a pene raffinatissime coloro che la plebaglia,
detestandoli a causa delle loro
nefandezze, denominava Cristiani.
Origine di questo nome era Christus,
il quale sotto l'impero di Tiberio
era stato condannato
all'estrema condanna dal procuratore Ponzio Pilato"
- (Tacito, Annali XV, 44) -
Notiamo, innanzi tutto, che Tacito riporta che il
titolo di Cristiani deriva da una persona realmente esistita,
chiamata Christus, il nome latino per Cristo.
Di Lui si dice che ha subìto "l'estrema condanna",
alludendo ovviamente al metodo romano di praticare
l'esecuzione capitale mediante la crocifissione.
Questi avvenimenti sono avvenuti "durante il regno di
Tiberio" e per decisione di Ponzio Pilato.
Ciò conferma pienamente le affermazioni del Vangelo
sulle circostanze della morte di Gesù.
Tacito riporta anche brutalmente delle terrificanti "notizie di
cronaca":
"Alla pena vi aggiunse lo scherno:
alcuni ricoperti con pelli di belve
furono lasciati sbranare dai
cani,
altri furono crocifissi, ad altri fu
appiccato il fuoco
in modo da servire d'illuminazione
notturna,
una volta che era terminato il giorno.
Nerone aveva offerto i suoi giardini
per lo spettacolo e dava giochi nel Circo,
ove egli con la divisa di auriga si
mescolava alla plebe oppure partecipava alle corse con il suo carro.
[I cristiani] erano annientati non per
un bene pubblico, ma per soddisfare la crudeltà di un individuo"
Come Tacito, anche Svetonio (120 d.C.), scriba
dell'imperatore Adriano,
fa riferimento a Gesù ed i suoi seguaci nelle Epistole
(X, 96). Nella "Vita di Claudio", inoltre, egli scrive:
"Claudio espulse i giudei da Roma,
visto che sotto l'impulso d'un certo Christus non cessavano di agitarsi"
- (Claudius 25) -
Ci sono inoltre altri autori antichi, fra i quali
Epitteto, Galeno, Celso, l'imperatore Marco Aurelio,
il siriaco Mara Bar Serapion e Luciano di Samosata;
questi e altri hanno fatto allusioni a Gesù e ai cristiani.
- Prove da Plinio il Giovane -
Un'altra importante fonte di prove storiche su Gesù e
sui primi Cristiani si trova nelle lettere di
Plinio il Giovane all'imperatore Traiano.
Plinio fu allievo del famoso rettore Quintiliano, ed
era il governatore romano di Bitinia, in Asia Minore, e del Ponto.
Egli ci ha lasciato una raccolta di epistole contenute
in 10 libri, l'ultimo dei quali contiene il carteggio ufficiale tra lui
e
l'imperatore Traiano. Queste lettere risalgono per lo
più al periodo del governatorato di Plinio in Bitinia,
ovvero agli anni 111-113, e sono una fonte documentaria
di eccezionale importanza.
In una delle sue lettere, egli chiede consiglio a
Traiano sul modo più appropriato di condurre le
procedure legali contro le persone accusate di essere
Cristiane (cfr. Plinio, Epistole X,96).
Plinio dichiara di avere necessità di consultare
l'imperatore riguardo a tale questione,
poiché un gran numero di persone, di ogni età, sesso e
ceto sociale, erano state accusate di essere Cristiani.
Il procedimento di Plinio è il seguente:
Egli interroga i presunti Cristiani, e se essi
risultano tali e e non ritrattano entro il terzo interrogatorio, li
manda a morte.
Per coloro che neghino di essere Cristiani, o dicano di
esserlo stato in passato, egli pretende la
dimostrazione di quanto affermano, inducendoli a
sacrificare agli dei,
a venerare l'effigie dell'imperatore e a imprecare
contro Gesù Cristo.
A un certo punto della sua lettera, Plinio riporta
alcune informazioni sui Cristiani:
"Essi avevano l'abitudine di incontrarsi in un certo
giorno prestabilito prima che facesse giorno,
e quindi cantavano in versi alternati a Cristo,
come a un DIO, e pronunciavano il voto solenne di
non compiere alcun delitto, né frode, furto o
adulterio, né di mancare alla parola data,
né di rifiutare la restituzione di un deposito;
dopo ciò, era loro uso sciogliere l'assemblea e riunirsi poi
nuovamente per partecipare al pasto - un cibo di tipo
ordinario e innocuo"
- (Plinio, Epistole, trad. di W. Melmoth,
revis. di W.M.L. Hutchinson, vol. II, X,96) -
Questo passaggio ci fornisce uno scorcio meraviglioso
della vita e delle pratiche dei primi Cristiani.
Innanzi tutto, leggiamo che i Cristiani si
incontravano regolarmente per adorare.
Poi, leggiamo che la loro adorazione era diretta a
Cristo,
e ciò dimostra che essi credevano fermamente nella
Sua divinità.
(anche oggi una delle più feroci accuse
mosse dalla New Age riguarda proprio la
negazione della divinità di Gesù Cristo...).
Inoltre, la frase di Plinio che sottolinea come i
Cristiani cantassero inni a Cristo "come a un dio",
viene interpretata da uno studioso come riferimento al
fatto singolare che,
"a
differenza degli dèi mitologici che venivano adorati dai romani,
Cristo
era una persona che era vissuta sulla terra"
-
(M. Harris, "References to Jesus in Early Classical Authors") -
Se questa interpretazione è corretta, allora Plinio
comprendeva che i Cristiani
stavano adorando una persona realmente esistita che
però reputavano essere Dio stesso.
Questa conclusione concorda perfettamente con la
dottrina della Bibbia secondo cui Gesù è
il Vero Dio manifestato nella carne.
"e
il verbo si fece CARNE e venne ad abitare in mezzo a noi"
Plinio sottolinea anche che il loro era
"un cibo di tipo ordinario e innocuo",
quindi rigetta le false accuse di "cannibalismo
rituale" sollevate da alcuni pagani, come Cecilio
(cfr. Bruce, "Christian Origins", 28),
insieme ad altre aberranti accuse (infanticidio,
riunioni edipodee e cene tiestee in cui ci si cibava di infanti) e
non ritiene i Cristiani pericolosi membri di
sodalizi sovversivi.
Circa le molte calunnie contro i Cristiani (su cui
aveva anche fatto leva Nerone per accusarli dell'incendio di Roma),
il cartaginese Quinto Settimio Fiorente Tertulliano
(160-222 circa), avvocato e letterato,
dichiarò espressamente che esse non avevano nulla
a vedere con i motivi delle sentenze di morte:
"Le vostre sentenze"
scrive,
"muovono da un solo delitto: la
confessione dell'essere cristiano.
Nessun crimine è ricordato, se non il
crimine del nome"
- Prove da Giuseppe Flavio -
Quelli che forse sono i riferimenti più notevoli a Gesù
al di fuori della Bibbia, si trovano negli scritti di Giuseppe Flavio,
uno storico giudeo-romano del primo secolo (nacque nel
37 d.C.), che fu prima delegato del Sinedrio e governatore della
Galilea,
ed in seguito consigliere al servizio dell'imperatore
Vespasiano e di suo figlio Tito.
Nelle sue "Antichità giudaiche", egli menziona
diverse volte Gesù e i Cristiani.
"Anano... convocò il sinedrio a giudizio
e vi condusse il fratello di Gesù, detto il Cristo, di nome Giacomo,
e alcuni altri, accusandoli di
trasgressione della legge e condannandoli alla lapidazione"
(Ant. XX, 200)
Questa descrizione combacia con quella fatta
dall'apostolo Paolo in Galati 1:19,
dove egli parla di "Giacomo, il fratello del Signore".
In un altro passo, Giuseppe Flavio menziona la figura
di Giovanni Battista; Erode Antipa,
per sposare Erodiade moglie del proprio fratello aveva
ripudiato la figlia di Arete, re di Nabatene,
la quale si rifugiò dal proprio padre. Ne sorse una
guerra nel 36 in cui Erode fu sconfitto.
Questo è il commento di Giuseppe Flavio:
"Ad alcuni dei Giudei parve che
l'esercito di Erode fosse stato annientato da Dio,
il quale giustamente aveva vendicato
l'uccisione di Giovanni soprannominato il Battista.
Erode infatti mise a morte quel buon
uomo che spingeva i Giudei che praticavano la virtù e
osservavano la giustizia fra di loro e
la pietà verso Dio a venire insieme al battesimo;
così infatti sembrava a lui accettabile
il battesimo,
non già per il perdono di certi peccati
commessi, ma per la purificazione del corpo,
in quanto certamente l'anima è già
purificata in anticipo per mezzo della giustizia.
Ma quando si aggiunsero altre persone
- infatti provarono il massimo piacere
nell'ascoltare i suoi sermoni -
temendo Erode la sua grandissima
capacità di persuadere la gente,
che non portasse a qualche sedizione -
parevano infatti pronti a fare qualsiasi cosa dietro sua esortazione -
ritenne molto meglio, prima che ne
sorgesse qualche novità,
sbarazzarsene prendendo l'iniziativa
per primo,
piuttosto che pentirsi dopo, messo alle
strette in seguito ad un subbuglio.
Ed egli per questo sospetto di Erode
fu mandato in catene
alla già citata fortezza di
Macheronte, e colà fu ucciso"
- (Antichità XVIII,116-119) -
Altrettanto interessante, e davvero sorprendente, è un
capitolo della stessa opera, conosciuto come
"Testimonium Flavianum", nel quale leggiamo (libro 18,
capitolo 3, paragrafo 3):
"Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo
saggio, se è lecito chiamarlo uomo:
era infatti autore di
OPERE STRAORDINARIE
MAESTRO DI UOMINI CHE ACCOLGONO CON
PIACERE LA VERITA'
ed attirò a sé molti Giudei e anche molti Greci.
QUESTI
ERA IL CRISTO.
E quando Pilato, per denunzia degli
uomini notabili fra noi, lo punì di croce,
non cessarono coloro che da principio
lo avevano amato.
Egli infatti apparve loro al terzo
giorno nuovamente vivo,
avendo già annunziato i divini profeti
quete e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui.
Ancor oggi non è venuta meno la tribù di
quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani"
- (Giuseppe Flavio, Antichità XVIII,
63-64) -
- AUTOGOL -
- LE PROVE DELL'ESISTENZA DI GESU' CRISTO
OFFERTE DAI SUOI NEMICI GIURATI -
Ironicamente, propro i testi più feroci che miravano a
distruggere la figura di Gesù Cristo
per le persone di quell'epoca...
sono diventati oggi ulteriori TESTIMONIANZE DI LUI,
per i nostri tempi...
Questo è certamente meraviglioso.
Nel Talmud il passaggio
più significativo che fa riferimento a Gesù è il seguente:
"Alla vigilia della Pasqua [ebraica],
Yeshu fu appeso.
Per quaranta giorni prima
dell'esecuzione, un araldo . . . gridava:
"Egli sta per essere lapidato perché ha
praticato la stregoneria e ha condotto Israele verso l'apostasia"
- (Talmud Babilonese, trad. di I.
Epstein, vol. III, 43a/281; cfr. Sanhedrin B, 43b) -
In Galati 3:13 leggiamo che Cristo fu
"appeso", in Atti 10:39 che fu "appeso al legno" e
in Luca 23:39 questo termine viene
usato anche per i criminali che furono uccisi assieme a Gesù.
Troviamo questo termine anche in
Giuseppe Flavio.
Il Talmud
afferma inoltre che Gesù fu crocifisso alla vigilia
della Pasqua ebraica,
proprio come riportato nel Nuovo
Testamento (Matteo 26:2; 27:15).
Il passaggio spiega anche il motivo preciso per cui
Gesù fu crocifisso.
Esso riporta che Egli praticava la "stregoneria" e che
aveva "condotto Israele verso l'apostasia".
Dal momento che questa affermazione proviene da una
fonte ostile a Cristo,
non meraviglia il fatto che questi Ebrei descrivessero
la situazione dal loro punto di vista.
È interessantissimo notare il parallelismo tra queste
accuse e quelle rivolte dai farisei a Gesù nel Nuovo Testamento.
Essi infatti, vedendo le liberazione da Lui compiute,
Lo accusavano di scacciare i demòni
"con l'aiuto di Beelzebub, principe dei demòni"
(Matteo 12:24).
Notiamo anche che questa è una conferma del fatto che
Gesù compì realmente delle opere miracolose,
testimoniate chiaramente anche dai suoi avversari.
A quanto pare i Suoi miracoli erano talmente reali
da non poter essere negati pubblicamente,
dunque l'unica alternativa era attribuirli alla
stregoneria.
Allo stesso modo, l'accusa di aver condotto Israele
verso l'apostasia,
collima perfettamente con il racconto del Vangelo
secondo cui i capi di Israele accusarono Gesù di
stare sovvertendo la nazione mediante i Suoi
insegnamenti (Luca 23:2,5).
Una simile accusa da parte dei religiosi dell'epoca,
non fa altro che confermare la realtà della potenza
degli insegnamenti di Gesù.
Il Talmud fece dunque un
clamoroso autogol
rendendo testimonianza proprio alla persona che pensava
di poter distruggere.
- Prove da Luciano -
Il retore scettico Luciano, nato a Samosata intorno al
120 e morto dopo il 180,
attivo nell'età degli Antonini, ci ha lasciato
un'opera intitolata "La morte di Peregrino".
In essa, egli descrive i primi Cristiani nel seguente
modo:
"I Cristiani . . . tutt'oggi adorano un
uomo -
l'insigne personaggio che introdusse i
loro nuovi riti, e che per questo fu crocifisso. . .
Ad essi fu insegnato dal loro
originale maestro che essi sono tutti fratelli,
dal momento della loro conversione, e
[perciò] negano gli dèi della Grecia,
e adorano il saggio crocifisso,
vivendo secondo le sue leggi"
(Luciano, De morte Per., 11-13,
trad. di H.W. Fowler)
Sebbene Luciano si beffi dei primi Cristiani per la
loro scelta di seguire "il saggio crocifisso" anziché "gli dèi della
Grecia",
egli riporta diverse informazioni interessanti.
Innanzi tutto, egli dice che i Cristiani servivano "un
uomo", che "introdusse i loro nuovi riti".
E sebbene i seguaci di questo "uomo" avevano
chiaramente un alto concetto di Lui, molti dei Suoi contemporanei
Lo odiavano per i Suoi insegnamenti, al punto che "per
questo fu crocifisso".
Pur non menzionandone il nome, è chiaro che Luciano si
sta riferendo a Gesù Cristo.
Ma cosa aveva fatto Gesù per farsi odiare fino a
questo punto?
Secondo Luciano, aveva insegnato che tutti gli uomini
sono fratelli dal momento della loro conversione.
Ma cosa si intendeva con "conversione"?
Significava abbandonare gli dèi Greci, adorare
DIO, e vivere secondo i Suoi insegnamenti.
Non è difficile immaginare che una persona venga uccisa
per aver insegnato queste cose in quell'epoca.
Inoltre, sebbene Luciano non lo dica esplicitamente, il
fatto che i Cristiani rinnegassero gli altri dèi e adorassero Gesù, e
facessero questo pur essendo consapevoli delle
persecuzioni cui andavano incontro,
implica che per loro Gesù era senza dubbio più che
un essere umano.
Perché tante persone arrivassero a questo, rinnegando
tutti gli altri dèi,
appare evidente che per loro Gesù era un Dio più grande
di tutti gli altri dèi che le religioni della Grecia potevano offrire.